Vi racconto una storia.
Da ragazzi lo chiamavano "the mountain". Ben 2 metri e 3 cm di altezza su di una corporatura incredibilmente forte e massiccia. Aveva un carattere chiuso, da orso che la vita gli aveva regalato; orfano a 18 anni di entrambi i genitori morti in un incidente aereo. Era rimasto con un fratello di soli 15 anni a cui badare e un ranch immenso da gestire. Eppure, in una terra di uomini generosi come solo il Texas può essere, lui ci riuscì. Non aveva una compagna di vita ma tante donne che vedeva al massimo 2 volte di seguito e se gli chiedevi il perchè rispondeva, grugnendo, che innamorarsi "era tempo sprecato" pur sapendo che gli faceva paura affezionarsi a qualcuno. Gestiva un ranch di 5000 (dico cinquemila) ettari con più di 3500 quarter horse tenuti allo stato brado e con il solo ausilio di alcuni nativi americani che considerava fratelli. Gestiva la sua immensa casa come una caserma, quando si entrava dalla porta d'ingresso si sentiva un profumo di cera per mobili e Apple pie. Nel tempo libero in inverno, dopo cena, si sedeva accanto al camino e leggeva fumando il suo sigaro. Aveva capelli biondi scuri brizzolati, la pelle cotta dal sole e occhi dell'azzurro più incredibile che riuscirete ad immaginare, ma il suo forte era un sorriso bellissimo quanto disarmante. La sua risata era contagiosa di quelle profonde e tonanti. Aveva un'amica quasi sempre lontana a servire il loro Paese insieme al fratello e la guardava con l' indulgenza di un padre malgrado non condividesse il suo lavoro, lui odiava gli aerei e volare, forse ripensava alla tragedia che aveva cambiato per sempre la sua vita. La chiamava sorellina oppure bambolina o bimba. Vi erano periodi in cui lui e lei stavano assieme al ranch e lei si divertiva a fare vita civile preparando insieme a lui manicaretti o pasta in vero stile home made che inframezzavano con passi di line dance tra una mescolata e l'altra. Gli amici, rari ma sinceri, lo prendevano in giro per il carattere rude. Frammenti di ricordi riportano a quando, un vitellino cadde in un dirupo e lui si fece calare per andare a prenderlo: se lo caricò sulle spalle prima di farsi issare, riemergendo senza apparente sforzo, oppure quando durante uno scherzo la prese letteralmente sotto il braccio mentre lei si dimenava è la gettò ridacchiando nel drinking trough dicendole che l'acqua fredda le avrebbe fatto bene per meditare sul chi era il capo tra i due!. Era un grande lavoratore ma era anche molto colto. Di origini italo americane; mamma maceratese e padre texano amava dire che dalla madre aveva preso la generosità e l'amore per la cucina e dal padre, militare in carriera la disciplina ed i valori morali. Stonato come una campana aveva però la leggerezza di una gazzella nel ballo ed era stupendo guardarlo danzare la West line dance. Una notte, verso le 2 la sua vita si spezzò. Sentii un rumore fuori casa ed andò a vedere cosa fosse successo; appena aprì la porta di casa gli spararono al petto con un fucile. Misero bottino; un cellulare, qualche centinaio di dollari, una sella fatta a mano e un'orologio di valore. Era il 3 marzo 2006, aveva 46 anni. Il suo nome era Steven per chi lo amava era semplicemente Stev...