giovedì 14 agosto 2014

IO SONO STATO. ( In Loving Memory)

Era un uomo di colore,  alto al di sopra della media e molto muscoloso. Aveva il naso schiacciato sul viso  non per via della razza ma, si raccontava,  per i danni di una pregressa scazzottata. Lui non parlava, lui urlava e lo faceva a pochi centimetri dalle sue orecchie o dal suo viso. Era spietato nella sua autorevolezza. Non sopportava "le donne che volevano fare gli uomini " così giudicava quelle  che ai fornelli preferivano la divisa, di conseguenza le maltrattava a parole e qualche volta anche assestando un calcione nel didietro. Se dagli uomini pretendeva 100 dalle donne voleva 101 perchè, così diceva, "dovevano farsi valere ancor di più in un mondo che non  apparteneva loro". Aveva per lei  una sorta di odio-amore. La chiamava "miss violet" il che tradotto significava mammola e  lei gli avrebbe rifilato un cazzotto sui denti tutte le volte. Il suo "odio" cresceva in modo proporzionale alla sua caparbietà. Le diceva che non sarebbe arrivata alla fine di quei 5 anni, che non avrebbe mai posato il deretano su di un aereo e che lui preferiva scommettere su di un cavallo zoppo che su di lei, figlia di papà, viziata e lesbica. Sì, perchè per lui le donne che volevano servire la Patria erano per forza di cose prive di femminilità e dunque per un contorto suo pensiero dovevano per forza di cose essere  lesbiche. Il  Sergeant Major  J.J.S. era un maschilista di prima classe.
Quei  5 anni d'Accademia militare furono  tra i più duri e pesanti della sua vita ma quel giorno di settembre  in cui  lei giurò, fu il riscatto di tutte le sofferenze; migliore del corso e migliore dell'anno accademico.
Al termine della cerimonia, la chiamò a rapporto, usando quella sua maniera tra il rozzo e l'autoritario. Lei entrò in quell'ufficio del headquarters col cuore pieno di rabbia verso quell'uomo che ancora una volta la sottraeva ad un momento di gioia senza darle respiro ma pensò che fosse l'ultima volta e si accinse a varcare la porta.
Lui era lì, in piedi. Lei si pose sugli attenti aspettando un suo comando.
Lui fece il giro della scrivania in silenzio e le stese la mano. Lei era lì, sull'attenti, timorosa e dubbiosa pensando dove fosse l'ennesima fregatura: " gli darò la mano e lui urlerà perchè non avevo il permesso di rompere il rest ..verrò meno al Core Values"  ma lui capì, e per la prima volta in 5 anni, lei lo vide sorridere. Le diede il rest e fece un gesto d'incoraggiamento con quella mano che ancora non aveva abbassato. Lei la prese tra le sue e lui parlò, le disse che era fiero di lei e della sua fermezza, del lavoro che aveva fatto e dei risultati ottenuti e che le chiedeva scusa per aver dubitato. Avevano gli occhi lucidi ambedue ma non potevano lasciarsi andare a sentimentalismi e congedandosi lui le mise in tasca un dono. Un dollaro d'argento del 1815 dicendole che le avrebbe portato fortuna.
E passarono gli anni...
Loyalty
Duty
Respect
Selfless service
Honor
Integrity
Personal Courage
... lei era un decorato Lth. Colonel, quando  le arrivò alle orecchie che il Sergeant Major, oramai un  anziano retired, era molto malato.
Decise di andare a trovarlo in quell'ospedale militare. Lo trovò in giardino, seduto su quella sedia a rotelle e non appena la sua sagoma si stagliò di fronte a quell'uomo stanco e provato sentì una stretta al cuore. Lui la riconobbe subito  " Lth colonel G.M..." e fece il gesto di alzarsi..
Lei si chinò ed in silenzio  lo abbracciò. Non era più solo una mano tesa ma un caldo abbraccio a suggellare il  LDRSHIP che lui le aveva insegnato. Lei tirò fuori un astuccio e glielo diede. Le mani tremanti lo aprirono e vide la DSC. Gli occhi lucidi, lui le disse che era onorato 
di sapere che lei aveva ricevuto quella medaglia ma lei la prese dall'astuccio e l'appuntò alla tasca della sua giacca.  Il blu intenso bordato di rosso spiccava sull'azzurro di quella giacchetta di pigiama e gli disse che era sua quell'onoreficenza, che lei era ciò che lui aveva "prodotto". Honor, Personal courage, Integrity...
Due mesi dopo lui morì. La famiglia di J.J.S. la chiamò per avvisarla e  per restituirle quella medaglia che  lei volle  appuntare nuovamente e personalmente al suo petto, un ultimo gesto per l'ultimo cammino di un grande uomo verso una vita senza affanni.

Tutti noi siamo il perfetto connubio tra ciò che abbiamo voluto diventare e ciò che ci hanno insegnato.
Io non ho mai dimenticato, per un solo istante, la mia leadership ma neppure quelle parole che qualcuno mi scrisse un giorno:

io sono stato quello che
gli altri non volevano essere
io sono andato dove
gli altri non volevano andare
io ho portato a termine quello
che gli altri non volevano fare
io non ho preteso mai niente
da quelli che non danno mai nulla.
con rabbia ho accettato
di essere emarginato come
se avessi commesso uno sbaglio,
ho visto il volto del terrore,
ho sentito il freddo morso della paura
ho gioito per il dolce gusto
di un momento d’amore
ho pianto, ho sofferto
e ho sperato …… ma piu’ di tutto,
io ho vissuto quei momenti
che gli altri dicono
sia meglio dimenticare.
quando giungera’ la mia ora
agli altri potro’ dire
che sono orgoglioso
per tutto quello che sono stato 
…….. un soldato!
Command Sergeant Major J.J.S.  is another star in my firmament

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