Gregory aveva la mia età, un sorriso meraviglioso e la pelle color della cioccolata. Mi chiamava Sweetie, da 20 anni se io avevo problemi c'era, se stavo bene c'era con le sue risate allegre, con il suo modo "rude" di parlare che mi faceva dirgli a volte..."divano" (si la moglie se diceva parolacce lo ficcava a dormire sul divano!) lui aveva chiesto a me e ad Andrea suo "fratello bianco" di correggerlo se diceva parolacce e la formuletta era "divano" e dunque le nostre chiacchiere erano 10 parole e un divano....e si rideva, gli dicevo..."Ehi Greg dell'Italia hai imparato solo le schifezze?" Aveva una moglie che adorava, quando ne parlava gli occhi brillavano, e un bimbo che ha ora 4 anni, little John. Ha lasciato ad Andrea una stupenda lettera per me, ed una per lui, sono parole struggenti di un Amico che parte in guerra e che pensa al futuro con incertezza ma serenità, mi chiede di non piangere, dice che non può andarsene sapendo che mi lascerà nel dolore, che devo stare accanto a suo figlio per parlagli con Andrea di lui e che lui veglierà su di me. Ma come faccio a non disperarmi? Greg è "andato avanti" un giorno ci riabbracceremo, ma ora io non so smettere di piangere anche se so bene che chi abbiamo amato non muore mai e che abbiamo il dovere di parlarne spesso in modo che tutti possano ricordarlo come se fosse ancora con noi.
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