giovedì 14 agosto 2014

29 MAGGIO 2008

Oggi per me è una giornata triste. Mio papà avrebbe compiuto gli anni. Dico avrebbe poichè non c'è più. E' mancato dieci anni fa all'età di 68 anni e non sono ancora riuscita a superare il dolore. Lo so che per molti sembrerò incoerente; ho elaborato la morte di un figlio, di mio marito ma la sua no. Mio Padre era una persona eccezionale e non solo ai miei occhi. Dotata di grande umiltà e carattere. Proveniva da una famiglia di umili origini emigrata all'estero. Una di quelle dove lo studio di un figlio era vista come una "perdita di tempo", quasi un tradimento per il sol fatto di togliere braccia al lavoro. Eppure papà pur di poterlo fare la notte lavorava in una fornace (facendo a mano mattoni) e il giorno studiava. Fu due volte premio Goncourt per meriti letterari eppure neppure una volta i suoi genitori gli dissero "bravo". A soli 17 anni prese non una ma due maturità; quella scientifico liceale e quella di perito aeronautico. Si iscrisse alla Sorbona di Parigi negli anni in cui gli italiani erano visti come "maccaroni" e vessati. Eppure mai una volta nella sua vita perse il sorriso, nè tantomeno la sua forza di volontà vacillò. Sempre paziente e riflessivo, sempre umile con tutti. Ha vissuto 46 anni di vero amore con mamma e vederli faceva tenerezza, innamorati come il primo giorno, mai screzzi, mai parole dette con toni alterati; sempre in accordo su tutto. Ancor oggi ricordo con tenerezza quando andavamo in vacanza e  di notte li sentivo ridere nella loro camera.Quando morì i colaboratori scrissero di lui parole molto toccanti. Collaborò con i più grandi nomi dell'architettura e ingegneria mondiale. Alcuni suoi progetti sono rimasti come "innovativi e geniali" (parole di R.Piano). Quando è morto, lo stesso giorno in cui è andato in pensione, ho cercato di rianimarlo. Io che da soccorritrice 118 avevo "ripescato" tante persone in arresto cardiaco..con lui ho fallito miseramente. Ho il rimpianto di non essere riuscita a dirgli tante cose, che non abbia potuto vedere crescere l'unico nipote e gioire per ciò che è diventato. Mi mancano le sue visite per due chiacchiere in giardino dalle quali si congedava sempre con fasci di rose che adorava e che io coglievo mentre lui mi  reggeva il cesto. Quelle rose che non ho mai più raccolto. E' una giornata in cui non riesco a concentrarmi sul mio lavoro, nè riesco a smettere di piangere. Ho il desiderio di dirgli oggi,  vuoi per il  pudore che avevamo, vuoi per il tipo d'educazione severa ricevuta, quelle parole mai espresse.
"Papà oggi è il tuo compleanno. Avrei voluto dirti tante cose, ma tu sei "andato". Io so che, seppur da una dimensione più spirituale, sei accanto e vegli su chi hai amato, ma mi manchi. Mi mancano quei rari abbracci che mi facevano sentire piccola malgrado l'età. Mi manca vederti assorto nel lavoro mentre ascolti Beethoven e fischietti sottovoce. Mi manca vederti camminare con le mani in tasca nel bosco, mi manca il non poterti più dire che ti ho voluto bene e che ti sono grata per tutti i tuoi sacrifici. Ti ringrazio per avermi insegnato ad essere umile, a camminare con la sola forza delle mie gambe senza cedere a facili lusinghe. Grazie papà per tutto quello che mi hai insegnato permeando il mio cuore e la mia mente di sapere. Ti voglio bene. Resterai in me eternamente perchè sei parte di me e quando non ci sarò più tu vivrai in mio figlio poichè  tramite me ha attinto dai tuoi insegnamenti. Buon compleanno Papà. Grazie di esserci stato"



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